• È in corso al Museo Civico di San Domenico a Forlì, fino al 29 giugno, la mostra “Nello specchio di...

    È in corso al Museo Civico di San Domenico a Forlì, fino al 29 giugno, la mostra “Nello specchio di Narciso, Il ritratto dell’artista. Il volto, la maschera, il selfie”, curata da Cristina Acidini, Fernando Mazzocca, Francesco Parisi e Paola Refice.

     

    Una rassegna di oltre 200 opere provenienti da musei, istituzioni e collezioni private di tutto il mondo, che indaga il tema dell’autoritratto e la sua evoluzione, dalle prime rappresentazioni umanistiche agli inizi di questo secolo, partendo dal mito di Narciso.

  • Siamo lieti di comunicare che all’interno della Sezione XI della mostra, intitolata “Autobiografie. Le passioni e la storia”, dove sono...
    ANTONIO GUALDI
    Ritratto di Tommaso Minardi con il teschio, 1827

    Siamo lieti di comunicare che all’interno della Sezione XI della mostra, intitolata “Autobiografie. Le passioni e la storia”, dove sono raccolte le effigi dei pittori dell’Ottocento, accanto a Goya, Hayez, Fabre, Moreau, Feuerbach e Ingres, è esposto il Ritratto di Tommaso Minardi con il teschio realizzato dal suo allievo Antonio Gualdi, in prestito dalla nostra collezione.

  • Cogliamo l’occasione anche per rendere un piccolo omaggio a questa esposizione, che consigliamo davvero di non perdere, proponendo una selezione di autoritratti, ritratti di pittori e una sorprendente legatura con i ritratti in miniatura di due artisti.

  • domenico corvi autoritratto
    DOMENICO CORVI
    Autoritratto, 1785 ca

    Tra le opere proposte l’Autoritratto di Domenico Corvi, 1785 circa, riveste un’importanza particolare, trattandosi del probabile modelletto per l’opera definitiva conservata alla Galleria degli Uffizi. Il pittore romano fu uno dei primi a superare la canonica autorappresentazione dell’artista a mezzo busto accompagnata dagli strumenti del mestiere, prediligendo invece la figura intera nell’atto di dipingere dal vero con l’intento di affermare la propria legittimazione sociale.

  • Arricchiscono questa selezione due ritratti per i quali avanziamo una proposta di identificazione degli artisti rappresentati sostenuta da un convincente confronto fisiognomico con effigi note: il Ritratto dello fiammingo Philippe De Buyster (fine XVII secolo)e il Ritratto di Pietro Antonio Novelli realizzato da Domenico Pellegrini (1795 circa).

  • De Buyster, nativo di Anversa ma cresciuto artisticamente in Francia, attivo nei più importanti cantieri parigini della fine del Seicento, come il Louvre e Versailles, viene rappresentato con una una copia del Torso del Belvedere, iconico frammento in marmo di epoca romana conservato ai Musei Capitolini, modello imprescindibile per lo studio dell’anatomia, del dinamismo e delle proporzioni del corpo umano.

     

    Nel fascinoso ritratto eseguito da Pellegrini, emerge dallo sfondo indistinto soltanto il volto, fiero e malinconico di Novelli, colpito da un raggio di luce trasversale che ne connota i lineamenti delineati da una pennellata rapida e materica, mentre la mano, il pennello e la tavolozza restano incompiuti per dare risalto alla connotazione psicologica dell’artista, famoso anche per le sue incisioni.

  • Attraversando il XIX secolo incontriamo due opere pervase di un naturalismo pienamente romantico e caratterizzate da una rilevante presenza femminile: l’Autoritratto con ritratto dell’amata di autore ancora ignoto ma certamente da collocare in area mitteleuropea, dipinto che rientra nella rara e interessante tipologia del “ritratto nel ritratto”, e il Ritratto di famiglia del pittore bolognese Clemente Alberi, del quale si può ipotizzare la presenza nel dipinto nelle curiose vesti di intrattenitore musicale, ma con gli strumenti del mestiere sempre accanto.

  • ritratto di francesco scaramuzza acerbi
    EZECHIELE ACERBI
    Ritratto di Francesco Scaramuzza

    Al penultimo decennio dell’Ottocento risale l’intenso Ritratto di Francesco Scaramuzza, artista parmense, famoso per aver conteso a Gustave Dorè il primato nell’illustrazione della

    della Commedia dantesca, impresa completata dopo ben 16 anni di interminabili sessioni giornaliere, tra il 1857 e il 1874. Ezechiele Acerbi, artista pavese allievo di Giacomo Trecourt, è l’autore dell’opera da cui emergono le sue spiccate, sebbene poco note, doti da ritrattista, che ebbe modo di mettere in mostra soprattutto durante la permanenza a Milano, dove si verificò con ogni probabilità l’incontro con l’anziano collega e il suo personale omaggio.

  • autoritratto natale morzenti
    NATALE MORZENTI
    Autoritratto, 1915 ca

    L’Autoritratto di Natale Morzenti proietta la nostra selezione di opere nel Novecento. Artista da riscoprire, la sua vita artistica rimane ancorata alla provincia bergamasca, distante dal fervore delle correnti novecentesche. Morzenti recupera la pittura lombarda del passato, rappresentando un’umanità semplice e silenziosa con uno stile però modernissimo, naturalmente espressionista, che si manifesta soprattutto negli autoritratti. Rembrandtianamente l’artista rappresenta se stesso in diverse fasi della sua esistenza, tracciando un percorso di autoanalisi nel tentativo di comprendere e accettare la sua sfortunata vicenda umana.

  • A chiudere questa rassegna proponiamo una rarissima tipologia di legatura, in pieno marocchino rosso, che reca ai piatti, profusamente decorati in oro, due miniature di ottima fattura raffiguranti i ritratti di Raffaello Morghen e Marcantonio Raimondi incorniciati da sei placche in bronzo dorato. Le effigi dei due famosi incisori ottocenteschi rivelano l’opera contenuta all’interno, un repertorio sui maestri dell’incisione delle varie scuole con un dettagliato elenco delle loro produzioni redatto dall’erudito milanese Giulio Ferrario.

  • Anche nella sezione Disegni del nostro sito potete trovare altri autoritratti e ritratti di artisti.